Un po’ di storia della festività
Il Cinco de Mayo, festività messicana, ha una storia appassionante, di guerra e d’orgoglio.
Verso la metà del diciannovesimo secolo, dopo quasi vent’anni di guerre, il Messico di Benito Juarez si trovava in una situazione economica disastrosa.
Il Presidente scelse di sospendere il pagamento degli interessi verso i paesi esteri per salvare la nazione dalla Bancarotta.
Francia, Spagna e Regno Unito, principali creditori dello Stato messicano, si allearono per organizzare una spedizione militare con l’obiettivo di ottenere la riscossione dei debiti.
La Francia di Napoleone III, in particolare, usò questo pretesto per cercare di espandere il proprio Impero. Per questo motivo Spagna e Regno unito ritirarono le proprie truppe.
Sebbene disponesse di una schiacciante superiorità numerica, Napoleone avanzò a fatica verso della Città del Messico, a causa della strenua resistenza dell’esercito di Juarez.
La vittoria più significativa riportata dall’esercito messicano fu proprio il 5 di maggio (cinco de mayo), presso la località di Puebla.
Da qui nacque la ricorrenza, in quanto l’eroica impresa, prova d’orgoglio dei soldati messicani, fu fonte d’ispirazione per tutte le popolazioni del mondo.
Ad esempio, la festività ha un grande seguito anche negli Stati Uniti. Infatti, nel 1861, mentre in Messico si svolgeva la battaglia di Puebla, era da poco iniziata la devastante “Guerra di secessione”.
I soldati dell’Unione che vennero a sapere dell’impresa dei soldati messicani, ne furono fortemente ispirati: “Se loro ce l’hanno fatta, anche noi possiamo”.
Per questa ragione ancora oggi la festa viene celebrata con grande partecipazione da tutte le comunità statunitensi-messicane, in particolare in California.
La festa si protrae per settimane e si configura come una celebrazione degli usi e costumi messicani, spaziando dalla tradizione gastronomica a quella culturale.
Ovviamente il bere miscelato è sempre presente nei festeggiamenti, in particolare con il cocktail più amato del Messico: il Paloma.
Il Paloma: storia e ricetta
Il Paloma è un drink all day a base di Tequila, molto popolare in Messico. Si hanno poche e frammentate notizie sulle sue origini.
Diverse fonti sostengono che lo abbia inventato Don Javier Delgado Corona, iconico bartender dello storico locale La Capilla a Tequila, uno dei 50 bar migliori del mondo secondo alcune riviste del settore.
Ecco la descrizione del locale, con le parole di chi l’ha vissuto:
“Nella vita, e speriamo anche nella morte, ci sono destinazioni per bere che ogni appassionato dovrebbe aspirare a visitare, questi luoghi costituiscono i pellegrinaggi in cui ogni intrepido bartender deve imbarcarsi per soddisfare la propria vocazione…”
Don Corona è venuto a mancare nel 2020, a 93 anni, ma il suo Paloma continua a esaltare i palati di tutto il mondo. La ricetta è tanto semplice quanto funzionale:
- 5 cl di tequila;
- 1,5 cl di succo di lime;
- 9 cl di soda al pompelmo;
- sale, opzionale.
Come ho deciso di reinventarlo
Per il twist di questo grande classico ho voluto aggiungere un tocco di Italia, con una parte bitterata che rende il cocktail gradevolmente amaro.
Inoltre, ho utilizzato un particolare tipo di distillato, la tequila Anejo, invecchiata diversi anni, che si rivela più morbida al palato.
La nota bitterata si bilancia con la parte sweet della soda al pompelmo, presente nella ricetta originaria e il tutto viene accompagnato dal lime.
Un’ulteriore aggiunta potrebbe essere guarnire il cocktail con una crustas, ricoprendo il bordo del bicchiere con granelli di sale, ma questo passaggio è opzionale, poiché c’è il rischio che il cocktail risulti troppo deciso per il palato di qualcuno.
Ecco la ricetta:
- 4 cl di tequila Anejo;
- 2 cl di bitter Gamondi;
- 2 cl di succo di lime;
- top di soda al pompelmo rosa.
Quando twisti un cocktail non serve sconvolgere la ricetta del tutto, basta sostituire pochi ingredienti per creare qualcosa di totalmente diverso.
Come prepararlo?
Versa gli ingredienti in un bicchiere highball con ghiaccio, dunque mescola dolcemente con un bar spoon dal basso verso l’alto.
E ora non ci resta che … bere!
Un abbraccio,
Giorgio